Zaskrbljenost UPI-FVG za zaščito manjšin v FJK

Vsedržavno združenje pokrajin za FJK je zasedalo v četrtek na občinskem sedežu v Repentaboru in obravnavalo deželni zakonski osnutek za reformo krajevnih uprav v FJK. Srečanja so se udeležili trije pokrajinski predsedniki Maria Bassa Poropat (Trst), Pietro Fontanini (Viden) in Enrico Gherghetta (Gorica), predsednik tržaškega pokrajinskega sveta Maurizio Vidali, deželni svetnik SSk Igor Gabrovec ter gostitelj, župan Občine Repentabor Marko Pisani.

Med razpravo je bilo podčrtano, da je reforma popolnoma spregledala prisotnost narodnih manjšin v FJK. Prav zaradi tega je – po mnenju Marka Pisanija – potrebno, da imajo občine možnost izbire med unijo ali konvencijo storitev. Besedilo osnutka krši deželni statut in avtonomijo, ki temelji na prisotnosti manjšin, je povedal Pietro Fontanini. Maurizio Vidali in Igor Gabrovec sta opozorila na kršenje mednarodnih sporazumov. Enrico Gherghetta in Maria Teresa Bassa Porpata pa sta izrazila ostro nasprotovanje temu, da se ukinjajo pokrajine in da se večino pristojnosti prenaša na Deželo, ki bo tako postala edini center upravljanja. Same občine pa bodo bolj podobne nekim perifernim deželnim uradom. Nobeden tudi ni bil prepričan, da prinaša reforma kakšen finančni prihranek, bolj je verjetno, da se bodo stroški zvišali.

V nadaljevanju prenašamo celoten tekst tiskovnega sporočila UPI-FVG.

Unione delle Province del Friuli Venezia Giulia

COMUNICATO STAMPA

Province: le minoranze linguistiche rischiano di scomparire con il ddlr 68. La tutela rimanga in capo alle Province

Fontanini, “Omissione grave. Sono il fulcro della nostra Specialità che rischiamo di perdere omologati alle regioni ordinarie. Il Consiglio regionale le valorizzi”

Incontro Upi Fvg a Monrupino. Il sindaco Pisani critico sulla riforma: disattenta alle minoranze, impone le Unioni, le convenzioni sono da preferire. Più competenze alle Province

Vidali (presidente del Consiglio provinciale di Trieste), “Non aver inserito le minoranze linguistiche non è una mera dimenticanza. E’ una carenza che si reitera”

“La riforma degli enti locali non ci convince: la proposta rappresenta un problema nei Comuni dov’è riconosciuta la minoranza slovena perché ne diminuisce la tutela. Il ddlr è partito con il piede sbagliato: sarebbero state da preferire le convenzioni,  che sono a costo zero, alle Unioni. Più funzioni di supporto ai Comuni, invece devono essere attribuite alle Province a partire dalla progettazione europea”. Questo il giudizio del sindaco di Monrupino, Marko Pisani relativamente al riordino degli enti locali così come impostato dall’esecutivo regionale, provvedimento al centro dell’incontro che l’Upi Fvg ha organizzato, su proposta del presidente del Consiglio provinciale di Trieste Maurizio Vidali, nel comune carsico la cui popolazione è per il 70% appartenente alla minoranza slovena. “Nel ddlr le minoranze non sono menzionate né nelle premesse né nel contenuto ponendo grossi problemi su come le leggi di tutela (internazionali, nazionali e regionali) potranno essere applicate nelle Unioni” ha aggiunto Pisani auspicando che la Regione sia sensibile a questi rilievi perché “le minoranze senza tutela scompaiono e Monrupino nella prospettata Unione con Trieste e i comuni carsici, rischia di diventare un rione di periferia con tutte le problematiche connesse”. “I Sindaci sloveni – ha rilevato ancora Pisani – ci invidiano la Provincia nella sua funzione di trait d’union con il territorio”. Sull’esclusione delle minoranze linguistiche per Maurizio Vidali “c’è un piano chiaro visto che già nella legge 2/2014 le minoranze non sono state tutelate inserendo il voto ponderato che sacrifica le piccole realtà”. Pietro Fontanini, presidente dell’Upi Fvg ha definito grave l’omissione delle minoranze linguistiche nel testo del ddlr 68, compito che deve rimanere in capo alle Province, nate e qualificate per assolvere a questo ruolo . Fontanini è entrato nel merito della riforma. “La proposta non solo svuota le Province ma obbliga, con la tagliola delle penalizzazioni, i Comuni a unirsi. Forzare le unioni, in un tessuto di piccole comunità, è snaturare la storia della nostra Regione. Tralasciando le minoranze – si chiede Fontanini – come pensa la Regione di difendere la specialità che si fonda proprio sulle minoranze linguistiche? Il Consiglio regionale le valorizzi altrimenti saremmo omologati alle regioni ordinarie e assorbiti dal Veneto”. 

All’incontro è intervenuto il consigliere regionale Igor Gabrovec (Slovenska Skupnost). “Nel ddlr – ha affermato – ci sono tante questioni aperte forse ancora di più rispetto a quelle della riforma sanitaria che renderebbero necessario maggiore tempo per una valutazione ponderata visto che si ridisegnano le funzioni, i rapporti tra istituzioni costituzionalmente”. Sulla questione della minoranza slovena, “il mio impegno – ha assicurato Gabrovec – è quello di garantire ai 32 comuni tutelati ai sensi dei trattati internazionali e della legge 38/2001, che recepisce i trattati nazionali, libertà e autonomia nelle scelte delle forme di aggregazione. La proposta è recepire la legge Delrio quanto meno per i Comuni tutelati e quindi con la possibilità di aderire a Unioni o a fusioni. Lasciamo liberi i Comuni che rappresentano comunità particolari di scegliere la strada più idonea a rispettare il proprio territorio e le proprie popolazioni, le proprie diversità e a valorizzare anche il loro ruolo di connessione transfrontaliera”.

Forte opposizione all’impostazione del ddlr 68 espressa anche dai presidenti della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta e della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat. “La Regione deve alleggerirsi – ha affermato Gherghetta – delegando le funzioni amministrative ai territori che sono da valorizzare, sono il vero perno del cambiamento. Con questa riforma, invece, i Comuni, diventeranno uffici periferici della Regione, ancorchè fusi. E anche le minoranze spariranno”. Per Bassa Poropat, “questa riforma sarà un flop, dividerà i territori. Ha un sacco di carenze, è nata male, la seconda versione è molto diversa dalla prima e non si è mai capito cos’è accaduto. E con la previsione dei sub ambiti ci sarà un livello in più. Tutto contrasta, poi, con l’idea del risparmio, tant’è che fior fior di studi – quello della Bocconi del 2011 a esempio – hanno confermato come con la riforma delle Province ci sarà un aumento della spesa del 10-15%. E, elemento peggiorativo, oltre ad incrementare la spesa, ci saranno disservizi per i territori. Avremo molti problemi e l’Unione non sarà in grado di garantire la terzietà che invece è prerogativa delle Province”.

Deli